La borsa di studio “Emanuela Brancati”, creata grazie alla generosità dei sostenitori di Luna Dolce e in collaborazione con L’AIRC, viene assegnata il 7 gennaio di ogni anno, giorno in cui ricorre il compleanno di Emanuela. Nel 2021 vincitrice del progetto di ricerca è stata la dottoressa Valeria Cancila che, nell’impossibilità, causa covid, di illustrare a voce la relazione sui risultati della sua ricerca, ha inviato una breve ma esaustiva sintesi del suo lavoro qui sotto riportato.
Nel corso di questo anno ho avuto la possibilità di investigare i meccanismi che connettono i diversi
microambienti stromali all’eterogeneità dei linfomi diffusi a grandi cellule B di alto grado. Il
linfoma diffuso a grandi cellule B è una neoplasia maligna dei linfociti B, altamente aggressiva che
costituisce approssimativamente il 40% dei linfomi a cellule B e rappresenta un gruppo di tumori
estremamente eterogeneo dal punto di vista clinico, genetico, morfologico e di risposta al
trattamento. L’attuale sfida è rappresentata dall’identificazione di meccanismi implicati nel
fallimento del trattamento chemio-immunologico standard e dall’identificazione di nuove strategie
terapeutiche per i casi con decorso più aggressivo e refrattari al trattamento. Il microambiente
stromale è costituito da elementi non neoplastici che circondano il tumore, rappresentati dai
fibroblasti, dalle cellule della rete vascolare e linfatica e da componenti della matrice extracellulare
che influenzano lo sviluppo e la progressione tumorale, interagendo in modo aberrante con le
cellule neoplastiche. Scopo di questo progetto è di caratterizzare l’eterogeneità delle cellule
linfomatose infiltranti diversi microambienti tissutali e di approfondire le caratteristiche del tessuto
infiltrato in grado di influenzare la biologia del clone neoplastico. I risultati ottenuti evidenziano
che, una stessa linea cellulare di linfoma infiltrante tre differenti siti tissutali (milza, fegato e
midollo osseo), mostra aspetti diversi sotto il profilo morfologico e fenotipico con variabile danno
al DNA in base al tessuto coinvolto. Ciò conferma che il microambiente stromale del tessuto
“ospitante” può influenzare l’espressione genica di un linfoma generando un aumentato livello di
diversificazione. Comprendere ancora più a fondo questo aspetto consentirebbe di predire in modo
maggiormente accurato la risposta alle terapie antitumorali e aprirebbe nuove strade alla
personalizzazione dei trattamenti in base alla localizzazione della malattia e/o alle caratteristiche del
tessuto infiltrato dalla proliferazione neoplastica. I promettenti risultati ottenuti in questo anno
grazie alla Borsa di Studio finanziata da AIRC e dalla Famiglia Brancati hanno messo in luce
promettenti risultati che meritano certamente ulteriori indagini.
Valeria Cancila.